Costantemente il lavoro di Consagra cominciò a trovare un pubblico. Lavorando principalmente in metallo, e più tardi in marmo e legno, i suoi rilievi sottili, scolpiti grossolanamente, cominciarono a essere raccolti da Peggy Guggenheim e da altri importanti mecenati delle arti. Ha esposto alla Biennale di Venezia undici volte tra il 1950 e il 1993 e nel 1960 ha vinto il premio per la scultura alla mostra.
Durante gli anni ’60 fu associato al gruppo Continuità, un ramo di Forma I, e nel 1967 insegnò alla Scuola d’Arte di Minneapolis. Grandi commissioni gli permisero di iniziare a lavorare su una scala più monumentale, e le sue opere furono installate nel cortile del Ministero degli Esteri a Roma e nel Parlamento Europeo, a Strasburgo. Il suo lavoro si trova nelle collezioni della Tate Gallery, a Londra, nel Museo Cantonale d’Arte di Lugano e al Museo di Arte Moderna di Parigi e alla Galleria Nazionale di Arte di Washington.
Consagra ritornò in Sicilia dove scolpì una serie di opere significative negli anni ’80. Con il senatore Ludovico Corrao, ha contribuito alla creazione di un museo all’aperto nella nuova città di Gibellina, dopo che la città più antica era stata distrutta dal terremoto del 1968. Consagra progettò le porte per l’ingresso della città, l’edificio denominato “Meeting” e il porte al cimitero, dove fu in seguito sepolto.
Nel 1952 Consagra pubblica “La necessità della scultura”, risposta al saggio “La scultura lingua morta”, pubblicato nel 1945 da Arturo Martini.  Altre opere comprendono “L’agguato c’è”, 1960), e “La città frontale”, 1969. La sua autobiografia, “Vita Mia”, è stata pubblicata da Feltrinelli nel 1980.
Nel 1989 una notevole mostra retrospettiva di opere di Consagra è stata esposta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma; nel 1993 vi fu allestita una mostra permanente del suo lavoro. Nel 1991 la sua opera è stata esposta nel Museo dell’Ermitage a San Pietroburgo. Nel 2002 la Galerie der Stadt Stuttgart ha aperto una mostra permanente delle sue opere.