Nel 1959, Calderara dipinge la prima opera totalmente astratta. Sviluppa un'astrazione nei toni pastello che ricordano le opere di Josef Albers , lavora sull'interazione dei colori. Numeri e proporzioni hanno grande importanza per l'artista, definirà il suo approccio geometrico come « spazio mentale ». Le sue opere si distinguono per forma, colori, struttura, epurati. Si legherà a Lucio Fontana, Soto e Piero Manzoni. A partire dal 1959, i suoi olii come gli acquarelli mostrano - in un formato spesso quadrato - delle composizioni sull'orizzontale ed il verticale; la tavolozza, quasi monocroma, traduce la luce e spazio in grandi sfumature dove regnano ordine e silenzio.
Calderara ha partecipato a numerose esposizioni di gruppo : Biennale di Venezia (1948 e 1956), Quadriennale di Roma (1948). Fra le numerose Personali organizzate intorno al suo lavoro, sottolineamo quella del Stedelijk Museum di Amsterdam (1977), e poi dopo la sua scomparsa quelle del Kunstverein di Düsseldorf e del Museo Wilhem-Hack di Ludwigshafen (1981 e 1982). Definito come il « Morandi della pittura concreta », l’opera di Antonio Calderara è presente al Museo di Grenoble ed avrà anche una grande esposizione a Genova (Villa Croce, 1996).
L’artista si spegne a Vacciago, comune di Ameno nel 1978.