CHRISTO JAVACHEFF
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BIOGRAFIA
Christo è lo pseudonimo di Christo Vladimirov Javacheff, nato nella cittadina bulgara di Gabrovo nel 1935; ma non si può parlare di Christo senza Jeanne — Claude Denat de Guillebon, sua storica compagna di vita e di lavoro, nata anche lei nel 1935, a Casablanca, e scomparsa nel novembre del 2009. Perchè se è vero che Christo ha iniziato a creare da solo le sue particolarissime opere nel 1958, è anche vero che i capolavori sono iniziati ad arrivare dopo il 1961, dopo l’incontro, cioè, con Jeanne –Claude, che ha dato vita ad uno dei binomi più famosi della storia dell’arte. Esponente del Noveau realisme, Christo ha iniziato, sulla fine degli anni Cinquanta, ad “impacchettare” oggetti, ispirandosi probabilmente alla poetica dadaista e soprattutto a Man Ray e all’ opera L’enigma di Isidore Ducasse. Da piccoli oggetti, i due artisti sono passati ad opere sempre più monumentali, lavorando su grandi edifici e vastissime porzioni di terreno, dando inizio, di fatto, alla Land Art. La loro arte ha sempre viaggiato su un doppio binario: da un lato, mettere alla luce il paesaggio, evidenziandolo con opere quali Running Fence, un’installazione del 1976 realizzata con 200 mila metri quadri di stoffa, nel nord della California. Dall’altro, nascondere alla vista edifici e monumenti di solito sotto l’occhio di tutti, impacchettandoli con migliaia di metri quadri di tessuti di vario tipo: nel 1969 il Museo d’Arte Contemporanea di Chicago, nel 1970 il monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a Milano, o il Reichstag di Berlino nel 1995, tanto per citarne alcuni. Operazioni anch’esse monumentali, quasi sempre autofinanziate, grazie alla vendita dei disegni, dei bozzetti, delle foto (realizzate sempre da Wolfgang Volz), unica traccia tangibile di queste gigantesche performances.
Christo e Jeanne-Claude non sono così facilmente definibili come potrebbe apparire al primo sguardo. La coppia di artisti, che dal 1994 si presenta esclusivamente con il doppio nome, è un fenomeno che affascina, anche se difficilmente spiegabile con le tradizionali definizioni artistiche. Sono due artisti che non vogliono trasmettere messaggi, ma "solo" la sensazione della gioia e della bellezza e per questo prendono "decisioni estetiche", come ad esempio (come si è detto prima) la limitazione temporale delle loro opere. Questa scelta è "volta a conferire alle opere d'arte la sensazione di dover essere viste" spiegano i due artisti nel loro sito.
Questi grandi progetti possono essere realizzati soltanto con un lavoro di squadra. Basti pensare che per montare e smontare le porte sono stati necessari 900 operai, ma della "famiglia di lavoro" vera e propria di Christo e Jeanne-Claude fanno parte soltanto la coppia di coniugi fotografi Wolfgang e Sylvia Volz, il curatore della mostra Josy Kraft e la coppia di coniugi responsabili del progetto Vince e Jonita Davenport.
Anche se il loro lavoro è visivamente impressionante, e spesso dovuto a controversie, a causa delle sue dimensioni, gli artisti hanno ripetutamente affermato che i loro progetti contengono significati più profondi della loro estetica immediata. Lo scopo della loro arte, essi sostengono, è semplicemente quello di rendere il mondo "un luogo più bello" o di creare nuovi modi di vedere i paesaggi familiari. David Bourdon ha evidenziato come l’elemento che caratterizza l’opera dei due artisti sia la rivelazione attraverso il celare, ma a più livelli: dall’occultare la normale funzione o l’aspetto di un oggetto, catapultandolo in una dimensione “altra”, alla capacità (assai più interessante) di modificare l’equilibrio consolidato tra realtà e apparenza, offrendo le potenzialità di un nuovo approccio nei confronti del quotidiano. Questa è davvero la chiave.
Christo e Jeanne – Claude infondono meraviglia nel mondo.
La coppia mantiene una collaborazione con tutte le imprese e la loro arte è sempre considerata come il lavoro di Christo e Jeanne-Claude. Durante i loro lunghi giorni di lavoro, Christo fa i disegni preliminari dei progetti e prende le decisioni finali, mentre Jeanne-Claude è principalmente responsabile della gestione dei permessi, “agente di pubbliche relazioni”, per poter installare le loro opere in città oppure in altre zone, in armonia con il paesaggio. Attraverso la loro collaborazione in campo ambientale ed i progetti civici, gli artisti Christo e Jeanne-Claude sono diventati fra i più noti e importanti artisti contemporanei. Marito e moglie, sono nati nello stesso giorno, il 13 Giugno del 1935: Christo in Bulgaria, Jeanne-Claude in Marocco. Si sono conosciuti e sposati a Parigi nel 1958. Dal 1961, hanno progettato delle istallazioni in Europa, Asia, Australia e negli Stati Uniti.
Christo e Jeanne-Claude si sono trasferiti a New York nel 1963, dove abitano tuttora. Come spiegato nel loro sito, il comune denominatore del loro lavoro è l’uso di tessuti e non solo l’avvolgimento. Cercano un’espressione di gioia e leggerezza. Innovativa come la loro arte, è la soluzione trovata per ottenere gli altissimi finanziamenti necessari alla realizzazione dei loro progetti: “in modo di mantenere la loro indipendenza”. I due artisti non hanno mai accettato contributi o sponsorizzazioni, le spese vengono sostenute con il ricavato dalle opere di Christo, specialmente con i suoi disegni preliminari.