ETTORE SPALLETTI
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BIOGRAFIA
Cappelle sul Tavo (Pescara) 26 gennaio 1940. Pittore. Scultore. «La corsa automobilistica tenuta ogni anno a Cappelle sul Tavo era tra gli eventi più attesi della mia giovinezza. Per l’occasione, rifacevano il manto stradale e credo che da quell’immagine derivi la mia idea del colore e del disegno come percorso».
Le sue opere, sculture e quadri, sono ricoperte da un impasto di gesso e colore (con gamma cromatica limitata all’azzurro, rosa e grigio) che crea superfici monocrome, caratterizzate da figure geometriche piane o solide».
«Uso l’azzurro perché è un colore che in natura non esiste, è qualcosa che ci avvolge, che ci sta continuamente attorno ma che non puoi toccare. Quando penso al rosato penso al colore dell’incarnato, che non ha mai una sua fissità, ma cambia in continuazione modificato da quelli che sono gli umori interni delle persone. E quando pensi a queste cose non puoi non rivedere il passato, non pensare a quel verde che usavano nel Trecento per rendere l’idea dell’incarnato. Mi sento un pittore figurativo anche se quello che mi interessa è dove riesce a portami il colore, dove riesce a portarmi la luce. Cerco di guardare il colore che stendo dieci, quindici volte fino a raggiungere un piccolo spessore. I tempi di essiccazione li ho in mente perché determineranno i momenti in cui andrò a scoprirlo attraverso l’abrasione della superficie. È in questo momento che cambia completamente rispetto alla stesura. Ci vogliono almeno venti giorni e il lavoro appare solo alla fine perché l’abrasione che opero rompe i pigmenti, li ridistribuisce sulla superficie e ti danno l’intensità e la profondità del vero colore» (da un’intervista di Paolo Vagheggi).
Si è spento a 79 anni nella sua casa di Spoltore (Pescara)